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ESCLUSIVA Realdamico: intervista a Davide Nicolosi (Artshot)


Il protagonista dell'intervista della settimana è Davide Nicolosi, meglio conosciuto come Artshot.



Lo streetwear, lo sneakergame e l'illustrazione sono le sue passioni, diventate lavoro anche grazie ai social e grazie ad una affezionata community che su Instagram segue quotidianamente i suoi attimi di vita quotidiana, in cui l'assoluta protagonista è l'arte, in tutte le sue sfaccettature. Curiosità, retroscena e sogni di un giovane creator siciliano, raccontate in una chiacchierata con la Realdamico Academy.





Per gentile concessione di Davide Nicolosi - Daniele Mannina Ph.


L'intervista


Ciao Davide, siamo felici di averti tra i protagonisti dell’intervista delle settimana. A tutti diamo il benvenuto con una domanda: da quanto tempo sei su Instagram, come e perché ti sei avvicinato al mondo dei social network?


Ciao, e grazie per darmi l’opportunità di raccontarmi. Come tutti approdo su Instagram 8/9 anni fa e inizialmente utilizzavo Instagram come profilo personale su cui postavo sporadicamente foto di ciò che amavo fare, tra cui la mia passione per il disegno. Come ben sapete ancora non esistevano le IG Stories grazie alle quali potevi far vedere in diretta ciò che facevi per questo postavo spesso foto di sketch o work in progress dei miei disegni, fatti appositamente a matita.







Basandoti sulla tua personale esperienza, per essere più rilevante sui social, che importanza hanno, da 1 a 10, questi fattori:


  • Aspetto fisico 1

  • Condizione economica: 5

  • Continuità di contenuti: 10

  • Amicizia/collaborazioni con personaggi noti: 10

  • Qualità dei contenuti: 10

  • Rapporto con la community: 10

  • Idee tecnico-pratiche:10

  • Bravura del Fotografo Videomaker: 8

  • Bravura del Social Media Manager: 7




Ma passiamo alla parte migliore di questa chiacchierata. Su Instagram hai circa 16mila follower, numeri con ampi margini di crescita, se consideriamo tutti i progetti on e offline a cui hai partecipato e i brand con cui hai avuto modo di lavorare. In termini puramente numerici, hai mai pensato ad un traguardo da raggiungere? Se si, nel giro di quanto tempo?


Gli obiettivi che mi sono posto di raggiungere nel tempo vanno al di là del numero dei fol-lower su Instagram. Mai avrei pensato che a qualcuno potesse piacere ciò che faccio, figuriamoci avere 16 mila persone che mi seguono costantemente per cui mi ritengo già abbastanza fortunato. Oggi sbagliamo a misurare il talento di un creator dal numero dei follower e dei like che fa giornalmente, non riflettendo che siamo in mano ad un algoritmo che muta giornalmente... credo che un bel giorno ognuno di noi si sveglierà col proprio profili disattivato e veramente allora scopriremo chi vale realmente.







Nel tuo feed vediamo te e le tue opere, oltre a scatti che raffigurano la tua passione per le sneakers e per l’arte. Quando hai deciso di dare questa impronta al tuo feed? Hai preso ispirazione da qualche creator, magari ‘internazionale’?


Non seguo uno schema ben preciso per quanto riguarda il mio feed IG, prima mi limitavo a postare costantemente i miei lavori finiti non mettendoci mai la faccia. Da qualche anno invece ho capito che soltanto raccontando chi sei, facendo vedere ciò che fai giornalmente anche durante la vita privata, e soprattutto mostrando l’iter progettuale di un lavoro puoi ottenere la fiducia dei propri follower. Mi piace alternare photo dump dove mixo foto di viaggi, esperienze, lavoro, vita personale e sentimentale, sneakers e cibo. Non mi sono mai ispirato a creator in particolari, dal punto di vista artistico però ho avuto il piacere di conoscere di persona alcuni artisti che mi piacciono principalmente come l’artista portoghese Laro Lagosta e il belga Jonas Cozone dai quali ho soltanto da imparare.






Rimanendo in tema di feed, molti post riguardano delle collaborazioni o eventi a cui hai partecipato. Qual è stata la collab o l’evento a cui hai partecipato che ti ha dato maggiori soddisfazioni da un punto di vista social? Quale invece quello che ha lasciato il segno nella tua persona?


La partecipazione assidua ad eventi di settore mi sta dando tantissime soddisfazioni dal punto di vista personale e professionale. Penso che l’evento che fino ad oggi ha avuto più risonanza mediatica e social è stata la la collaborazione mia con Kickit e Footlocker. Abbiamo presentato all’interno degli store di Roma e Milano 6 NFT Inerenti al mondo delle sneakers e adesso presenteremo gli ultimi 3 a Napoli il 5 maggio all’interno del footlocker store della città campana. Invece dal punto di vista personale ed emotivo penso che l’occasione che mi ha segnato di più è stata insegnare a scuola. In collaborazione con l’Istituto Superiore del mio paese ho avuto il piacere di tenere per due anni un corso di pittura murale a ragazzi e ragazze di diversi indirizzi di studio. Credo che poter trasmettere a ragazzi/e più piccoli ti te la tua passione e i tuoi ideali non abbia prezzo, con la speranza che facciamo tesoro di ciò che hanno appreso e che sia da stimolo per affrontare le decisioni future e credere nelle proprie passioni.



Tra eventi, collab, lavori e vita privata, come gestisci la pubblicazione social, che da quello che dicono i tuoi insight è costante e ben organizzata? Hai una tua particolare scaletta editoriale o vai un po’ ad intuito? C’è qualcuno che ti aiuta o supporta in qualche modo?


La gestione dei miei canali social in realtà è meno organizzata di quanto sembri. Inutile dirvi che lo gestisco personalmente, non seguo una scaletta settimanale, posto abbastanza ad intuito, quando ho lavori pronti o devo annunciare un evento. Inoltre mi piace riassumere tramite post carosello i vari eventi a cui partecipo. In mezzo a tutto ciò mi piace mischiare anche dump di vita privata, esperienze, viaggi ecc. sono consapevole che è un po’ confusionario ma mi piace.






Sei la palese dimostrazione che si può primeggiare nella propria nicchia e collaborare con brand dal calibro internazionale anche con una community non formata dai milioni di follower che molti creator millantano (spesso senza alcun risultato in termini imprenditoriali). Noi attribuiamo tutto ciò alla tua creatività e alla tua passione per la tua nicchia di riferimento. Ma ovviamente vogliamo sapere invece quale è secondo te la chiave che ti ha aperto numerose porte nel tuo mondo.


Sicuramente ho cercato fin dal giorno zero di essere me stesso, senza fingere di essere qualcuno o qualcosa che non sono. Dal punto di vista “artistico” ho sempre cercato di creare qualcosa che fosse unico e non scopiazzato da qualcosa già esistente. Ridisegnare le sneakers più in voga del momento o modelli del passato reinterpretandole in chiave pop unendole a personaggi dei cartoni animati che siano in pendant con lo schema cromatico della scarpa, o a status symbol credo che piaccia, e penso che sia il mio maggiore punto di forza.




E parlando di opportunità, negli ultimi anni il fenomeno delle sneakers per alcuni si è trasformato in un vero e proprio lavoro. Come pensi si svilupperà questa nicchia nei prossimi anni, tra prezzi alle stelle e speculazione sempre presente in un mercato che ormai muove milioni e milioni di euro?


Per prima cosa voglio precisare che non mi ritengo un collezionista, a differenza di amici o colleghi che da anni non perdono una release di Jordan o di Air Max. Ho sempre acquistato i modelli e le collaborazioni che più mi piacciono, non facendomi scrupoli di indossarle senza accumulate ossessivamente. Col passare degli anni il fenomeno dello sneakergame si è evoluto, sempre molte più persone si sono avvicinate a questa cultura, molti per curiosità, altri soltanto a scopo di lucro. Ormai il mercato è saturo, i venditori sono molti più dei compratori e le continue release da parte dei brand principali, che per lo più delle volte propongono colorway senza senso e non iconiche, finiscono per appiattire l’interesse da parte dei collezionisti ormai stanchi di avere un prodotto con una qualità inferiore in relazione al prezzo di retail pagato. Molti collezionisti si stanno stancando di tutto ciò e stanno cominciando a comprare sempre meno, se i brand non metteranno un freno sul mercato secondario non so come andrà a finire. Molti dei modelli che 3 anni fa sarebbero andati sold out in 2 minuti sono ancora sugli scaffali full size, forse questo è l’inizio della rivoluzione.





Parliamo un po’ di futuro, ma non quello delle sneakers, bensì il tuo. Ci sono dei progetti in cantiere di cui puoi parlarci? Non ci riferiamo solamente a possibilità di collaborazioni ma anche a sogni imprenditoriali che pensi di realizzare da qui a breve.


Non vorrei fare il passo più lungo della gamba esponendomi più del dovuto, cerco sempre di parlare dei miei progetti in fase di compimento. Sicuramente continuerò a vendere pezzi d’arte in edizione limitata. A breve uscirò con la mia linea di t-shirt e abbigliamento. Artshot clothing è un progetto a cui lavoro da tantissimo e finalmente potrò farvi vedere di cosa si tratta. Abbiate ancora un po’ di pazienza. In più mi piacerebbe aprire uno studio dove raggruppare creativi, artisti, fotografi, stampatori d’arte dove ognuno abbia la possibilità di esprimersi come meglio crede, e questo nel mio paese di origine. Sarebbe un sogno!




Siamo arrivati al termine di questa intervista. E collegandoci alla domanda di prima, dove ti vedi tra un paio d’anni? Che importanza avranno i social nella tua vita privata e professionale?


Dove mi vedi tra un paio di anni? È difficile da dire. Come vi ho già detto spero di portare avanti il progetto “artshot” espandendolo sempre di più. Vivere continuando a fare ciò per cui sono nato è quello che voglio. Finchè funzioneranno sono sicuro che i social continueranno a essere il vettore della mia arte, credo che usati in maniera responsabile e intelligente siano uno strumento potentissimo che tutti dovremmo sfruttare al meglio.




Grazie Davide, with ❤️, Realdamico

 









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